Un tramonto spagnolo con cime lontane e nebbiose che promettono vette inebrianti, ampie discese e la magia dell'Andalusia. Dove si trova lo sfondo della call? "Ah, non è uno sfondo", ride Mähler o "Moves", come è conosciuto online il nostro brand ambassador tedesco. "Sono seduto sulla nostra terrazza panoramica." È un sollievo. O forse no. Si scopre che Marc si trova nel sud della Spagna per una pausa invernale in bicicletta, a godersi un bel sole ad Almuñécar, una città costiera della "Costa Tropical" a circa un'ora di macchina a est di Malaga. "Fa ancora molto più caldo della Germania, questo è certo!", aggiunge, ridendo di nuovo.

Fin qui tutto normale, almeno per un roadie esperto in cerca di chilometri più caldi nei climi del sud. Ma Marc è ancora piuttosto fresco di asfalto, nonostante le sue statistiche su Strava davvero impressionanti. "Ho iniziato a pedalare solo all'inizio della pandemia", spiega, "ma è diventata la mia prima passione quasi da un giorno all'altro. Ho smesso di fumare e di bere. Ho iniziato a consumare zucchero solo quando andavo in bicicletta e cose del genere."

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Una bici da corsa, semplice ma funzionale, ha permesso a Marc di partire e di iniziare a macinare chilometri con zelo, dimostrando una passione per lo sport che risale ai suoi primi anni di pratica del Taekwondo, poi del Football americano e persino del downhill longboard. "Si può dire che mi piace essere attivo!", dice.  


In breve tempo, la febbre di Marc per le due ruote e la sua inclinazione per le discese "un po' troppo veloci" hanno superato i limiti della sua seconda bici, ora "leggermente migliore", e ha iniziato a cercare un mezzo più performante. "È stato mentre percorrevo le Alpi nel 2021 per la prima volta che ho capito che dovevo aggiornare la mia bicicletta", racconta. "Abbiamo percorso i passi del Gottardo, del Furka e della Novena in una sola volta, una distanza di 100 km con 3.000 metri di dislivello. In una discesa ho frenato bruscamente e la mia ruota ha iniziato a disintegrarsi. Tra aggrapparmi alla vita, frenare e usare il piede contro il parapetto esterno della strada per rallentare, sono riuscito a fermarmi, ma poteva andare molto peggio."

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Qualche mese dopo il ritorno a casa, Sarto è apparso sul radar di Marc, o meglio, sul suo feed social, ed è stato amore a prima vista. "Nel mondo della bicicletta si parla molto di aspetti tecnici, ma se qualcosa non ti colpisce visivamente, non importa quanto sia buono", dice. "Ma una Sarto ti lascia a bocca aperta per il suo aspetto, e poi scopri come è fatta", esclama scuotendo la testa con finta incredulità, "e ti sembra irreale!"

Marc si riferisce, ovviamente, al nostro approccio personalizzato e "fatto a mano". "Adoro il fatto che Sarto sia un marchio italiano che produce le sue biciclette in Italia", afferma. "Quando ho visitato la fabbrica ed ho visto il processo di produzione, non potevo credere che ogni tubo fosse fatto a mano e regolato in base alle esigenze del ciclista. Chi fa una cosa del genere?", dice ridendo. "Sarà stata la visita e dell'incontro con le persone reali, ma le bici respirano la stessa passione che si prova quando le si guida. La mia bici è rigida, ovviamente, ma è incredibilmente stabile in velocità e mi piace arrivare al limite e - a volte - oltre. E sull'asfalto sconnesso assorbe ogni vibrazione, il che è sorprendente, visto che si tratta di un mezzo così performante."


Marc è il primo ad ammettere di non aver guidato prima molte bici di fascia alta, ma viste le sue impressionanti statistiche di guida ed il puro gusto che mette in ogni giro di pedali, la sua esperienza è vera. Il buono è buono.

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"È stato un viaggio molto diverso.

Potevo spingere quanto volevo. Tutto era superbo."

Nel 2023, Marc è tornato in alta montagna, questa volta in sella alla sua Sarto Raso, scalando il Col de la Croix de Fer, il Col du Galibier e l'Alpe d'Huez in Francia, il Passo dello Stelvio in Italia per ben tre volte ed altri più piccoli nelle Dolomiti, come il Sella Ronda. "È stato un viaggio molto diverso. Potevo spingere quanto volevo. Tutto era superbo.", ricorda e cita in particolare la sua esperienza con i freni a disco come esempio della fiducia che la sua Sarto gli ha dato in velocità. "Ricordo quando sono passato dai freni tradizionali a quelli a disco sulla mia prima vera bici da corsa", dice. "I dischi sembravano molto precisi, sia tirati che non, con piccole sensazioni precise. La mia Sarto ha i freni a disco, ma la differenza è come dal giorno alla notte. Mi permettono di sentire la strada, di ridurre al minimo il rischio di slittamento degli pneumatici, di modulare la velocità e di misurare i miei sforzi. La perfetta simbiosi italiana tra Sarto e Campagnolo!"

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Prima di andare a letto presto per prepararsi alla sveglia (altrettanto presto) per una mattinata di pedalate, non prima di un'abbondante colazione spagnola a base di "pan con tomate" baciato dal sole, arancia fresca e caffè forte e corroborante, Marc racconta di come il tempo trascorso in solitaria durante il lockdown abbia plasmato la sua visione della bicicletta.

"Quando il mondo è stato chiuso, c'erano poche opzioni per fare esercizio", ricorda. "La bicicletta è diventata il mio mezzo di fuga, in senso molto letterale, dai confini della casa e dalla paura che credo tutti provassimo in quel periodo. Ho percorso 6.000 km da maggio a novembre 2020. È una bella fuga", aggiunge asciutto. "Credo di essermi portato dietro questa sensazione di libertà anche dopo il lockdown. Salire in bici è come un'esperienza religiosa. Non riesco a immaginare di non farlo."

Articolo di Pete Harrington | 4 gennaio 2024 Foto di Marc Moves